Criptorchidismo, monorchidismo. Conseguenze dei testicoli.

Criptorchidismo e monorchidismo, Introduzione:

Il criptorchidismo ed il monorchidismo sono due condizioni che si presentono in tutte le razze e riguarda i cani di sesso maschile. Con il termine criptorchidismo si intende la mancata discesa nello scroto di uno od entrambi i testicoli, definendolo così unilaterale o bilaterale. Il monorchidismo è invece la condizione più rara, dove si intende la completa assenza del testicolo (testicolo nascosto). Nei giorni d’oggi però, questo termine viene utilizzato in maniera scorretta, per definire la mancata discesa di un solo testicolo. Ma proseguiamo l’articolo ed entriamo nei dettagli

Criptorchidismo e monorchidismo, differenze:

Il criptorchidismo, come già detto precedentemente, è la mancata discesa nello scroto di un testicolo (criptorchidismo unilaterale) che rappresenta il 75% dei casi, o di entrambi (criptorchidismo bilaterale). Normalmente la discesa dei testicoli inizia poco prima della nascita e si completa intorno ai 14 giorni di vita, od entro il primo mese. A volte si possono avere discese tardive, ma se ciò non avviene entro i 6-7 mesi, con alte probabilità si potrà parlare già di cane criptorchide. Anche se raro, sono probabili ulteriori ritardi nella discesa di entrambi i testicoli, che potrà avvenire nell’anno di vita. Questo è riscontrabile soprattutto nei cani di piccola taglia. I maschi criptorchidi non sono fertili, a differenza di quelli monorchidi che invece possono riprodursi normalmente. Allevatori responsabili ed esperti riescono ad evitare che ciò accade, ma questo non basta ad eliminare entrambi i problemi dalle future riproduzioni, vediamo nel prossimo paragrafo il perché.

Genetica:

Il criptorchidismo ed il monorchidismo sono condizioni di natura ereditaria. Anche se i maschi ne hanno le conseguenze e quindi il manifesto, le femmine sono le vere responsabili nella diffusione della patologia. Questo non perché sia la sola responsabile, ma non potendo verificare fenotipicamente il difetto sulla femmina, viene fatta accoppiare anche se omozigote. I cani criptorchidi mostrano un normalissimo istinto del sesso, ma quasi inevitabilmente sterili, soggetti che non si accoppiano neanche quando finiscono in mano ad allevatori incompetenti. Il problema per i maschi, è quindi solamente nei portatori del gene.

Per le femmine invece il discorso è ben diverso. Apparendo perfettamente sempre sane, si riproducono normalmente non solo quando sono portatrici, ma anche quando sono omozigoti per il gene del criptorchidismo. E’ proprio questa la difficoltà maggiore nel contrastare la diffusione. Non è possibile individuare femmine omozigote, purtroppo si potrà risalire a tale genetica solamente tramite i figli, quando il danno è ormai fatto. In quanto difficile, incredibilmente impossibile individuare femmine portatrici, coloro che generano alte percentuali di cuccioli criptorchidi (più del 50%) hanno forti possibilità di essere omozigoti per il gene del criptorchidismo. A fronte di questa percentuale così alta, ritenuta grave, è cosa saggia togliere il soggetto ed i loro figli dalla riproduzione.

Diagnosi e chirurgia:

La diagnosi un tempo si affidava esclusivamente alla palpazione, mentre oggi è molto più semplice verificare il posizionamento, lo stato del o dei testicoli attraverso l’ecografia. Grazie a tale strumento diagnostico si deciderà le modalità di intervento; a volte è possibile intervenire con una terapia ormonale, altre si dovrà pensare ad un’operazione chirurgica.

Tra le conseguenze, anche importanti, del criptorchidismo e del monorchidismo è la frequente formazione di forme tumorali. Per questo motivo i veterinari sono sempre più favorevoli all’intervento chirurgico, con lo scopo di asportare i testicoli ritenuti, o a volte riportarli nella posizione corretta. La prima operazione è a scopo preventivo, la seconda più un fattore estetico, che però, può incoraggiare episodi sfavorevoli. I cani a cui viene chirurgicamente riposizionato/i il testicolo/i in età giovanissima, fa si che cani ritenuti sterili, possano così rientrare in gioco. Questa mossa ha ripercussioni nel contrastare il gene responsabile della patologia, per questo motivo i veterinari più scrupolosi, preferiscono intervenire con l’asportazione.

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